Aziende ecosostenibili: le performance a Piazza Affari

Aziende ecosostenibili: le performance a Piazza Affari

Negli ultimi anni, uno dei settori che nonostante la crisi è riuscito a colmare egregiamente i ritardi del passato è stato quello della green economy e delle aziende ecosostenibili, basate cioè su un modello teorico di sviluppo economico che considera, oltre ai benefici sul Pil di un certo regime di produzione, anche il suo impatto ambientale in termini di trasformazione delle materie prime, trasporto e consumi di energia, eliminazione e smaltimento.

Ad informarci periodicamente delle performance di simili società all’interno di Piazza Affari è VedoGreen, azienda del gruppo Ir Top che dal 2011 censisce l’Osservatorio green economy sui mercati dei capitali. E i dati di VedoGreen parlano chiaro: nonostante le solite carenze tutte italiane, dopo le 8 Ipo del 2013 e le 2 di inizio 2014 lo scarto con gli altri paesi si sta chiudendo. Sono ormai 22 le società green quotate a Piazza Affari, con una capitalizzazione di 1,6 miliardi di euro.

I rapporti dell’Osservatorio sono un fedele censimento delle tendenze del settore in Italia e in Europa. Vi si legge che le società verdi convincono sempre di più gli investitori, che per circa un quarto risultano essere italiani. Secondo un’indagine su 100 fondi e gestori europei, risalente all’anno scorso, i 5 settori ecosostenibili “che registreranno la maggiore crescita nel futuro sono costruzioni green (crescita del 71%), efficienza energetica (69%), chimica verde (65%), Agribusiness (62%) e rifiuti (57%)”. Quanto a risultati e performance, le 17 società italiane (un settimo del totale campione) continuano ad accrescere i ricavi, nonostante la media resti ancora più bassa rispetto a quella europea.

L’economia green è un megatrend e da qualche mese lo sta diventando anche in Italia – dice Anna Lambiase, amministratore delegato di VedoGreen -. Nel nostro lavoro, che è quello di trovare finanza per le aziende green, stiamo riscontrando sempre più interesse da parte degli investitori, anche stranieri. E la quotazione diventa un canale di finanza alternativa, in una fase in cui le banche fanno credito con grande difficoltà. Aggiunge la manager: “Stiamo assistendo alla seconda ondata green, dopo che lo scorso decennio c’era stata la prima, collegata agli incentivi pubblici”.

Il teorizzato “fallimento del mercato” aveva spinto infatti i passati governi a politiche di sussidio e incentivo che hanno dato grande sviluppo a settori ecosostenibili come le energie rinnovabili. Basta scorrere la lista delle ultime quotazioni green per vedere la seconda generazione all’opera: Gala (energia), GreenItaly1 (la spac della finanza verde quotata a dicembre all’Aim e che ha tempo due anni per compiere un’acquisizione nel settore), Gruppo Green Power (rinnovabili), Innovatec (efficienza energetica), Ki Group (prodotti bio), Te Wind (rinnovabili), Sacom (chimica verde), Enertronica (rinnovabili). Su Mercati24 potete trovare altri dati relativi alle quotazioni di tutte le aziende green sul mercato nazionale.

Tutte queste aziende sono fedeli al modello 20-20-20 dell’Ue, che mira entro il 2020 a ridurre i gas serra del 20%, alzare al 20% l’energia da fonti rinnovabili e portare al 20% i risparmi energetici. Un approccio del genere, per la minore correlazione ai combustibili fossili, si è rivelato perfetto per affrontare la crisi degli ultimi anni. Vedremo se l’Italia saprà approfittarne fino in fondo.

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